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“Angelo, prendi un bicchiere “tumbler” basso e riempilo con abbondante ghiaccio. Ora versaci, nell’ordine, 1/3 di gin, 1/3 di vermouth ed 1/3 di Campari e mescola bene il tutto. Adesso taglia una fettina d’arancia e mettila nel bicchiere a mo’ di guarnizione…”

Questo è più o meno quello che chiese di fare il conte Camillo Negroni, stanco del solito “Americano”, al barman dell’aristocratico “Caffè Casoni” di via de’ Tornabuoni a Firenze, Angelo Tesauro.
Il conte apprezzò a tal punto questo cocktail che per lui divenne “il solito” mentre per gli altri avventori divenne “l’Americano del conte Negroni” e di lì a poco “un Negroni”, una bevanda alcolica così famosa da prendere il nome del suo ideatore e diventare l’aperitivo italiano per eccellenza.

L’aperitivo in Italia è un rito antico ed estremamente radicato nella nostra cultura, declinato in diverse varianti più o meno popolari a seconda di città e regioni (apericena, Happy Hour…).
Diciamo che se dovessimo condurre uno studio sociologico sull’uso delle app di messaggistica istantanea oggi più popolari, scopriremmo che il messaggio più scambiato in assoluto è: “Ci vediamo per un aperitivo?”
Quello che era nato in origine come semplice rito di introduzione al pasto serale è diventato un evento sociale, che sostituisce la cena ed apre una serata di divertimenti e, a volte, di eccessi.

Eppure, all’inizio, quando alla fine del ‘700 Antonio Carpano inventò un vino bianco che doveva stuzzicare l’appetito prima di cena, il vermouth, tutto si riduceva ad una blanda bevanda alcolica associata a dei semplici stuzzichini salati.
Oggi, invece, i cocktail più disparati ed esotici, anche fortemente alcolici, accompagnano un ricco buffet di paste, pizze, salumi, formaggi, insalate, panini assortiti e persino dolci!
Nel nord Italia, l’aperitivo classico è stato quasi completamente soppiantato dall’Happy Hour, con una decisa predilezione per il consumo di bevande molto alcoliche e giusto qualche stuzzichino di accompagnamento (patatine ed arachidi salate), mentre laddove resiste il protagonista principale è senz’altro il vermouth o il Campari nella sua variante Spritz.
In centro Italia, e soprattutto a Firenze, domina il Negroni, che accompagna salumi tipici, olive, frutta secca o patatine, mentre al Sud l’aperitivo assume una connotazione tutta sua, con una netta predilezione per il cibo piuttosto che perle bevande, meglio se cibo tipico della zona come pesce e fritture in Sicilia, tranci di pizza e mozzarelle a Napoli, salumi e formaggi in Sardegna.
Ma siccome al Sud prevale la cultura del “mangiare con calma”, l’aperitivo, per la sua natura di introduzione veloce al pasto serale, è considerato più un intralcio ed una “cosa per turisti”.